La Yamaha ha appena messo sulla sella un robot umanoide!
La sfida? Battere Valentino Rossi!
La moto non è modificata ed il robot riesce a rivelare l’ambiente, calcolare cosa fare, mantenere stabile la moto, gestire l’accelerazione e la decelerazione. Vi pare poco?!
Il progetto, racconta Hiroshi Saijo, il direttore generale di Yamaha, è stato pensato proprio perchè difficile da realizzare! Ma fa anche parte di un’unità a livello industriale che incorpora le funzionalità autonome nelle motociclette commerciali, per renderle in un futuro più semplici e sicure da guidare!
Rifatevi gli occhi:
Ad esempio la Yamaha può rimanere stabile con velocità minime di 15 km/h, che è niente rispetto all’ultima impresa di Honda che ha realizzato un concetto tutto elettrico chiamato Riding Assist-e, che può stabilizzare in equilibrio una moto quando si muove lentamente o anche quando sta ferma.
Kawasaki sta prendendo invece un altro cammino, sviluppando un sistema di risposta vocale AI, simile a quello di Siri, denominato Emotion Engine, che dovrebbe fornire un servizio di accompagnamento e di monitoraggio del pilota pur essendo in grado di comprendere e rispondere al discorso naturale umano. Questo sia per aiutare il conducente a rimanere al passo con ciò che gli accade intorno ed anche per consentire all’ AI di monitorare l’attenzione stessa del conducente.
Il Motobot di Yamaha al contrario non era un progetto sicuro e facile da realizzare. Non trattava con un pilota umano e l’unico scopo della moto era solo quello di andare veloce!
Ah già! Volete sapere come è finita la sfida? Il Motobot non ha vinto… solo per adesso!
In linea retta infatti ha raggiunto i 200 km/h ed in curva il suo giro è arrivato a 117,50 secondi, quasi 32 secondi in più di Rossi con i suoi 85,74.
A differenza dei prototipi automobilistici, Motobot per adesso ha sempre guidato su pista e non ha mai incontrato del traffico o dei pedoni…
Motobot monitora anche l’accelerazione della moto, la resistenza all’aria, la frenata del motore e le condizioni stradali, può auoto-localizzarsi in 2,5 centimetri utilizzando una combinazione di misura inerziale e GPS-RTK-GPS con cinematica in tempo reale. Ciò significa che il segnale GPS aumenta facendo riferimento a quello di una stazione radio.
Gli ingegneri Yamaha hanno simulato tutti questi elementi in parallelo prima sul computer e poi su un banco di prova ibrido collegando il veicolo ad un dinamometro. Uno spettacolo!