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gσvєяиι™ ha inviato un aggiornamento 8 anni, 2 mesi fa
CAPITOLO 1: ASHLEY
Anche questa mattina sono molto in ritardo, devo prendere la metro alle 7.15 e adesso sono le 7.05 e sto uscendo di casa, ma oggi non posso proprio fare tardi dato che è il mio primo giorno nella nuova scuola. Ho preso la metro per poco, anzi a dire la verità l’ho rincorsa per circa 50 metri battendo contro il finestrino, facendo così fermare l’autista o come si chiama, ma questi sono altri discorsi. Arrivo a scuola e dopo una corsa disperata per trovare l’aula, entro e vedo un solo banco libero, vicino ad una ragazza. “Piacere io sono Ashley, tu come ti chiami?”, la guardo molto velocemente e prima di rispondere sistemo la borsa con i libri in terra vicino al banco e quando mi sollevo per rispondere rimango affascinata: i suoi capelli sono tinti di biondo sporco e gli occhi azzurro ghiaccio, è bellissima. “Piacere Martina” riesco a dire dopo lo shock. Si accorge subito che non sono del posto ma mi fa i complimenti per la pronuncia e parliamo fino a quando arriva in aula la professoressa.“Aspettami!” dice Ashley quando varco la soglia per andare alla mensa. Rido e le faccio un cenno con il capo, lei ricambia. “Che schifo” ridacchio dopo aver assaggiato il cibo della mensa e tiro fuori una mela che fortunatamente mi ero portata da casa. Ashley scuote la testa e si copre la bocca per non ridere. Finiamo il pranzo e tra una risata e l’altra Ashley mi propone di andare a casa sua quel pomeriggio e io accetto, a patto che mi avesse prima riaccompagnato a casa a posare la borsa. “Papàà!”, “Gabrii!” urlo appena entro in casa, ma nessuno mi risponde. Mi dirigo in cucina e faccio strada ad Ashley e sul tavolo vedo un foglio con scritto
Faccio spallucce e mi accorgo che Ashley guarda il foglio con le sopracciglia aggrucciate e poi mi ricordo che era scritto in italiano e quindi le spiego quello che mi aveva scritto mio papà. Arriviamo a casa sua in motorino che è almeno a 10 isolati dalla mia e dopo essermi presentata a sua madre, Ashley mi ha trascinato in camera sua (perchè io sarei rimasta a parlare con sua madre che si chiama Cate). Appena entrate in camera Ashley mi fa provare tutti i suoi vestiti e così trascorriamo le prime due ore e le due ore successive le passiamo sedute sul letto e io la ascolto mentre lei mi racconta i gossip all’interno della scuola. “No, non puoi capire, c’è una ragazza che si chiama Nacy e frequenta il corso affianco al nostro che è andata a letto con tutti quelli dell’ ultimo anno …” La interrompe la sveglia che avevo puntato sul mio cellulare per ricordarmi di tornare a casa.
Saluto Ashley ma non vedo sua mamma quindi sto per uscire dalla porta di casa quando sento gridare “Martinaaaaaaaaa”, mi spavento e mi giro verso la casa di Ashley e vedo Cate che mi sta rincorrendo con delle chiavi in mano. Quando mi raggiunge mi fa un sorriso e si offre di riaccompagnarmi a casa in macchina, così la ringrazio veramente di cuore anche perchè dovrei farmi 10 isolati a piedi se non ci fosse l’autobus.
Saluto e ringrazio Cate e poi entro in casa, metto in carica l’ iPad e poi ordino una pizza dato che non ho minimamente voglia di cucinare. Circa 20 minuti dopo suonano al campanello, vado ad aprire con 20 sterline in mano e ritiro la mia pizza con il bacon, dopodichè l’ iPad inizia a suonare e vedo scritto il nome “papà”.
“Papà sono le unidici e quarantacinque, devo andare a letto domani ho scuola, ricordi?”, lui scuote il capo “Si amore hai ragione, buonanotte principessa” lo guardo con occhi dolci “Buonanotte papà”.
Guardo il calendario mentre mi infilo i pantaloni molto velocemente per andare a scuola “Ok oggi è giovedì, ancora due giorni di scuola e poi hai finito la prima settimana di scuola Martina” blatero per mascherare il nervosismo per essere nuovamente in ritardo. Prendo la prima maglietta che trovo e la metto poi scendo giù al primo piano e afferro una mela al volo e poi esco di casa correndo, come tutte le mattine del resto!
In metro vedo il professore di chimica e questo mi tranquillizza perché almeno non sono l’unica ad essere in ritardo.
Arrivo in classe ma non vedo nessuno, così aspetto e aspetto incredula che nessuno arrivi fino a quando non mi ricordo che le prime due ore avevamo educazione fisica. “Oh che stupida che sono!” mi ripeto, e nel fra tempo mi siedo nel corridoio perché la professoressa non mi avrebbe fatto entrare in palestra con 45 minuti di ritardo. Finita la lezione di ginnastica la professoressa mi porta da una parte (come sospettavo) e inizia dicendo “Martina, so che sei nuova in questa scuola e ti devi ancora ambientare e lo capisco, infatti per questa volta passa che non ti sei presentata a lezione, ma fai che non ricapiti nuovamente, chiaro?”. Io annuisco di scatto, quasi automaticamente e con la testa bassa torno in classe.
Mi scarabocchio le mani e i polsi durante gli ultimi 2 minuti di lezione e guardo ripetutamente l’orologio perché voglio uscire e passare da casa di Ashley e sentire perché oggi non era venuta a scuola e se stava bene. “Drinnnnnnn” quando sento questo suono la mia mente si rilassa. Prendo lo zaino e corro fuori dall’aula. Per prendere l’autobus, devo andare ad una fermata che è vicina alla scuola, però devo passare dal retro dell’edificio che è molto isolato. Cammino a passo svelto e giro l’angolo ma …