CAP.1
Sono Giulia, ho 17 anni, frequento la IV° del liceo classico e gioco a pallavolo come centrale nella mia squadra…
Sono una ragazza allegra che ama le piccole cose, una insomma a cui piace divertirsi con le amiche uscendo in centro, ma una che anche semplicemente rimane a casa a guardare un film strappa lacrime con la sua migliore amica, che nel mio caso si chiama Elisa.
Premetto che di esperienze amorose non ne ho avute tante, mi ritengo un po’ una causa persa!
Forse perchè non sono una che si mette in mostra e forse anche perchè non ho molto da mettere in mostra…
Anche la mia timidezza ha giocato spesso un ruolo fondamentale nella mia vita sociale, ma sopratutto, è quella “vocina” che ho in testa fin da piccola e che inizia subito a parlarmi ogni qualvolta vedo un ragazzo che potrebbe rispecchiare i miei gusti e che mi fa:
“Mmmm Giulia non correre, aspetta! Guarda come si comporta. Vedi quello che fa e che tipo di ragazze gli piacciono prima di fargli capire che tu possa essere anche minimamente interessata a lui!”…
E finisco inevitabilmente per attendere così tanto che riesco a trovargli tutti i difetti nei minimi dettagli, fin tanto non mi passa la voglia. Carpe diem non è proprio una citazione che mi rappresenta!
Devo ammettere però che un grande aiuto me la danno anche direttamente i ragazzi, soprattutto quando iniziano a dialogare tra amici. Beh, lì non c’è storia! Il sentirli chiacchierare di “robe da maschi” scatena un impulso irrefrenabile che scivola direttamente sulle mie gambe che vogliono scappare via!
Elisa invece è diversa! Più spigliata, più sfacciata. Non le interessa fare brutte figure o di far vedere che le piace qualcuno. E’ il mio opposto in tutto: compagnie diverse, interessi diversi, conoscenze diverse ed è forse proprio per questo che siamo “amiche per la vita”!
Lei è fidanzata da circa 2 anni, ma ultimamente le cose con il suo ragazzo non stanno andando bene. Da ciò che lei mi ha raccontato il loro amore è un amore che lei stessa definisce “un’emozione difficile da gestire…”.
Non conosco per nulla lui, so a malapena come si chiama, credo inizi con “M”… Un po’ perchè Elisa non lo nomina mai ma ne parla sempre come del suo “amore” in senso generico, ed un po’ anche perchè sinceramente me ne frega il giusto!
Io non ho il ragazzo e quindi parlare di storie d’amore mi annoia a morte, sono veramente l’ultima persona sulla faccia della terra alla quale chiedere consigli sui sentimenti e quelle cose lì…
Mi sono sempre rifiutata, nonostante i vari inviti, di fare delle uscite a tre reggendo loro il moccolo, ma in tutto ciò conosco bene Elisa e questo “M” deve avere proprio una gran pazienza!
Detto questo, arriviamo alla mia storia…
Tutto accadde ad inizio primavera… Era il 22 marzo, quando la mia vita si stravolse completamente!
Il venerdì mattina successivo, avrei dovuto sostenere una versione scritta con la Profe di latino, quindi quel pomeriggio decisi di fare un salto nella biblioteca vicino a casa mia per vedere di trovare un aiutino in qualche libro di testo.
“Considero da sempre la biblioteca come un luogo mistico: tutti in silenzio, pare che stanno studiando o leggendo qualcosa di interessante, ma alle fine non si capisce bene cosa realmente accada dietro quell’aspetto così concentrato…”
Mostrai all’ingresso la mia tessera di studente e consultai nel data base della biblioteca alcuni libri che sarebbero potuti fare al caso mio. Ne trovai solo uno: “Urbis er orbis lingua” di Tantucci…
Va bene vecchio, ma quello era preistorico!
Mi accomodai nella seconda stanza a destra del lungo corridoio che mi separava dalla reception e lì, appena entrata… vidi lui!
Era intento a leggere qualcosa su un libro che mi sembrava trattasse di arte, quando alzò lo sguardo appena entrai e sfoggiò, salutandomi, uno di quei sorrisi che non dimentichi…
Ricordo bene quel pomeriggio, nelle due ore passate in biblioteca che mi sembrarono alla fine solo 10 minuti, rimasi sulle prime due pagine a far finta di leggere con testa tra le mani, mentre in verità i miei occhi si storgevano tra le fessure delle dita nel tentativo di guardarlo senza muovere il collo per non destare sospetti… ovvio!